Che cos’è l’alluce valgo
L’alluce valgo è una deformità dolorosa del piede che colpisce più frequentemente le donne, caratterizzata dalla difficoltà ad indossare una calzatura per la tumefazione della base del primo dito.
La causa di questa deviazione può essere congenita, e quindi ha la tendenza a svilupparsi nell’età dell’accrescimento cioè nell’adolescenza, o acquisita, che è la forma più comune ed interessa l’età adulta.
Come si cura
L’unica possibile soluzione di questo problema è un intervento chirurgico che però ha una pessima fama tra i pazienti, per l’intenso dolore che questa operazione ha sempre comportato.
Un enorme passo avanti nella chirurgia ortopedica è stata l’introduzione di tecniche chirurgiche che, pur ottenendo risultati eccellenti, rendono il dolore post-operatorio assai modesto, grazie ad incisioni molto piccole e rispettose dei tessuti.
Anche nel trattamento dell’alluce valgo queste tecniche hanno permesso di ottenere un’importante riduzione del dolore, permettendo un recupero alla vita normale assai rapido.
Dal 2005 applico una tecnica mini-invasiva, costituita da due piccole incisioni, una laterale ed una mediale all’alluce, che permettono una ottima correzione con un dolore molto basso, tanto che il paziente può camminare il giorno stesso dell’intervento chirurgico e viene dimesso il giorno dopo.
In molti casi è possibile utilizzare, per minimizzare il trauma ai tessuti, un mini-artroscopio, una telecamera dalle dimensioni ridottissime, che permette di vedere all’interno dell’articolazione tramite una incisione di pochi mm.
I vantaggi
Rispetto alle tecniche classiche ancora spesso usate, questa metodica permette un ritorno a casa rapido, 24 ore dopo l’operazione, ed un ritorno alle normali attività entro 40 giorni, molto meno dei 90 giorni delle terapie precedenti.
Il dato più importante è però, per me e per i pazienti, la notevolissima riduzione del dolore post-operatorio che passa, nella scala che si usa abitualmente per misurarlo che va da 1 a 10, da 9 a 4 nel primo giorno e da 6 a 2 nel secondo giorno.
Come si fa
La tecnica prevede una incisione laterale all’alluce, di circa 3 mm., che permette di introdurre l’artroscopio se necessario, e di praticare una correzione dei tendini; la seconda incisione, mediale, è lunga circa 1 cm. e serve per fare una sezione dell’osso.
La parte ossea infatti, causa di dolore da sfregamento con la calzatura, è sporgente in quanto è in una posizione errata e il nostro scopo è di riportarla al posto giusto: l’osso viene sezionato con un’apposita micro-lama e spinto nella posizione naturale, dove viene fissato da un filo di metallo con funzione di respingente.
Questo filo in realtà, non entra nell’osso sporgente ma ci scorre sopra, spingendolo nel posto corretto; poi viene fissato dentro la parte rimasta fissa dell’osso.
Le incisioni così piccole hanno il vantaggio di ledere pochi nervi cutanei ed articolari e quindi di provocare poco dolore.
Dopo l’intervento
Per 4 settimane il filo rimane in posizione per mantenere la forma desiderata del piede: al termine, visto che sporge di 5 mm. dalla pelle dell’alluce viene estratto con facilità senza bisogno di anestesia e senza provocare dolore.
Durante queste 4 settimane è consigliato camminare, utilizzando una scarpa costruita apposta per questa chirurgia, in maniera da facilitare la guarigione.
Non è possibile guidare un’auto, ma molti pazienti, che svolgono un lavoro relativamente sedentario, possono tornare alle loro occupazioni anche prima della rimozione del filo di metallo.
Dopo la rimozione del filo la ripresa della funzionalità è rapida e così il ritorno alle normali occupazioni. Spesso rimane un gonfiore dell’avampiede , ben tollerato, che sparisce nel giro di qualche mese, ed è causato dalla necessità della circolazione del sangue di adattarsi ad una nuova forma del piede.
I risultati a lungo termine di questa tecnica solo uguali rispetto a quelli delle tecniche classiche ma con indubbi vantaggi per il paziente.
I risultati
Sono stati trattati fino a Gennaio 2016 845 pazienti.
Per una valutazione dei risultati si utilizza una scheda con un insieme di domande al paziente sia prima che dopo il trattamento chirurgico: per l’alluce rigido si usa un sistema chiamato AOFAS Score, inventato dagli americani, che parte da 0, peggior risultato possibile, e arriva a 100, stato di perfetta salute del piede in ogni condizione.
Il punteggio raggiunto dai pazienti operati è stato di 90,8, che posiziona questa tecnica nel gruppo delle terapie migliori (risultati superiori a 85).
I valori ottenuti con questo sistema sono stati: prima del trattamento valore 54,9, dopo il trattamento valore 90,1; la mobilità è aumentata da 20° in totale a 53,3°.
Questi risultati sono classificati come eccellenti.