La biotecnologia nel trattamento delle lesioni legamentose
Le lesioni legamentose sono assi frequenti: di solito sono di natura traumatica ma spesso microtraumi di natura sportiva o lavorativa giocano un ruolo molto importante.
La cicatrizzazione spontanea di queste lesioni non sempre porta ad un ritorno alla normalità: a volte il legamento risulta allungato e meno efficiente e più facilmente va incontro ad una ri-rottura.
L’uso delle tecniche biotecnologiche permette di aiutare la guarigione di alcune di queste lesioni sia aumentandone l’efficienza sia rendendo il recupero assai più rapido.
La caviglia
Le lesioni che hanno tratto maggiore beneficio da queste nuove applicazioni sono le lesioni dei legamenti della caviglia.
La distorsione di caviglia è la lesione traumatica più frequente, almeno una volta nella vita è successo a tutti! Per fortuna solo una parte di queste distorsioni provoca una lesione ai legamenti che necessita di un trattamento: in particolare il legamento più colpito si chiama peroneo astragalico ed è la nostra prima linea di difesa contro i movimenti improvvisi del piede. La sua funzione è duplice : da una parte agisce come una corda tesa fra due ossa che entra in azione quando le sue estremità vengono allontanate, dall’altra è un importantissimo sensore del movimento del piede e della caviglia. Quando il movimento inizia il legamento si allunga grazie alla sua elasticità: immediatamente i sensori presenti all’interno cominciano a segnalare ai centri di controllo presenti nel midollo spinale questa modifica di lunghezza e la risposta è immediata, con l’attivazione dei muscoli che producono il movimento contrario a quello in atto. Tutto questo avviene in maniera automatica ed inconscia e provoca un rallentamento del movimento iniziale; questo auto-controllo su tutti i movimenti del piede e della caviglia ci permette di camminare senza pensare continuamente come mettere i piedi….
Se il movimento però è o troppo veloce per i centri di controllo o troppo violento, l’articolazione si sposta provocando una distorsione e lesionando in maniera più o meno importante il legamento.
Se il legamento si rompe, anche se nella realtà si allunga più che rompersi, il controllo non è più efficace e anche la funzione meccanica, di corda, non può funzionare.
Il rimedio classico è quello di immobilizzare con bendaggi, anche gessati, la caviglia fino a guarigione; fortunatamente la capacità di risposta del corpo porta alla formazione di una buona cicatrice. Ma questa cicatrice è un legamento normale? Purtroppo no e in piu’ del 35% dei casi compaiono segni di instabilità dell’articolazione, che significa distorsioni recidivanti. Più del 75% degli sportivi con questo problema ha dovuto abbandonare la propria disciplina!
La biotecnologia dà un aiuto fornendoci un legamento artificiale con le stesse caratteristiche meccaniche del legamento naturale e con la capacità di essere rapidamente invaso dalle cellule del paziente. Con un intervento mini-invasivo si posiziona esattamente sopra il legamento naturale e nel giro di tre mesi si fonde ad esso e dopo ancora qualche tempo il legamento artificiale si è sciolto del tutto e scompare.
Il grande vantaggio di questa tecnica è che già dal momento dell’intervento la caviglia funziona normalmente e quando il tessuto biotecnologico è completamente sparito, il legamento è della lunghezza normale con quindi tutte le sue funzioni inalterate.
La complicanza di avere distorsioni continue (CAI) dopo questo trattamento scompare. Il recupero post-operatorio è molto veloce in quanto non è necessaria una immobilizzazione, il carico è immediato e la fisioterapia può iniziare immediatamente. Generalmente l’attività sportiva agonistica può riprendere dopo 40 giorni.
Il Ginocchio
Meno frequente ma causa di molti problemi al paziente è l’insufficienza del legamento pastello femorale mediale: questa struttura è una corda tesa fra la parte mediale del femore e la rotula ed è il principale responsabile della posizione della rotula stessa. Se questo legamento non fa bene il suo lavoro, durante i movimenti si ha uno spostamento rotuleo verso l’esterno con la comparsa di una patologia chiamata sindrome rotulea. I disturbi di questo problema sono dolore nella parte anteriore del ginocchio, difficoltà a stare seduto a lungo o a guidare l’auto, cedimenti improvvisi dell’articolazione. Non sempre la causa è la scarsa efficienza di questo legamento, ma in questi casi la ricostruzione biotecnologica di questa struttura grazie all’uso di un legamento artificiale che si riassorbe in pochi mesi permette un recupero eccellente senza complicazioni.
I tendini
Le tendiniti (infiammazioni di un tendine) più frequenti sono quelle che colpiscono il tendine di Achille e il tendine rotuleo. La sintomatologia è simile: dolore prima solo durante l’uso poi anche a riposo, gonfiore e rossore della pelle sopra il tendine e difficoltà nell’utilizzare queste strutture. Spesso la semplice fisioterapia non riesce a dare un giovamento definitivo e allora, in questi casi, la biotecnologia ci viene in aiuto con il gel piastrinico. Questa sostanza, estratta dal sangue del paziente stesso, è costituita dalle piastrine concentrate e viene iniettata come infiltrazione nel tendine: la stimolazione di una cicatrice è così potente da rinforzare la struttura e permettere una scomparsa dei sintomi e la ripresa della attività precedente anche sportiva.