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L’acido jaluronico

L’acido jaluronico è ormai molto conosciuto e viene applicato nei campi più svariati , dalla chirurgia estetica a quella ortopedica , dai farmaci ai prodotti di bellezza. Il suo uso come farmaco intra-articolare ha delle indicazioni precise che devono essere rispettate.

Che cosa è l’acido jaluronico ?

L’acido jaluronico è presente in quasi i tutti tessuti del corpo e                                              schermata-2016-11-05-alle-15-13-51                      chimicamente è un glicosaminoglicano , cioè una grossa molecola                                                                          formata da due zuccheri (l’acido glicuronico e la N-acetilglucosamina)                                                                  che si ripetono per molte volte in una lunga sequenza.
La sua caratteristica principale è la capacità di attrarre e trattenere
l’acqua e di riunirsi in gruppi con legami abbastanza tenaci.

Come agisce?

In ortopedia si utilizza sfruttando la sua capacità di trattenere l’acqua e di formare complessi che all’interno di una articolazione migliorano lo scorrimento delle superfici, funzionando un poco come un lubrificante.

A cosa serve?

La scoperta che nelle articolazioni artrosiche la composizione del liquido sinoviale era alterata rispetto al normale e che in particolare l’acido jaluronico è diminuito, ha indotto a cercare di ricreare un normale ambiente articolare utilizzando stesso acido jaluronico per via infiltrativa.
Un livello elevato di acido jaluronico migliora la funzionalità dell’articolazione poiché l’effetto di distribuzione del peso e di ammortizzazione del liquido articolare sinoviale è migliore.
Purtroppo l’acido iniettato se uguale a quello naturale va incontro ad un rapido processo di degradazione e scompare. Per diminuire questo problema sono stati inventate delle molecole di acido jaluronico molto più grandi per rallentarne il riassorbimento. Questi prodotti rimangono per più tempo nell’articolazione ma sono molto più costosi.
Qualunque sia il tipo iniettato gli effetti , diminuzione del dolore, sensazione di articolazione piu’ libera, sono transitori e non sono riscontrabili effettivi cambiamenti all’interno dell’articolazione.
L’uso quindi è sintomatico e con una prospettiva temporale relativameente breve.

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Il gel piastrinico (PRP)

Il gel piastrinico, conosciuto anche come PRP ( Plasma Ricco di Piastrine) non rappresenta più una novità nel campo delle terapie a disposizione per le patologie osteo-articolari: il numero di anni da cui è in uso permette di definire con certezza i settori di utilizzo dove la sua efficacia è certa.

Che cosa è il gel piastrinico?cattura

Il PRP si ottiene dal sangue del Paziente, estraendo le piastrine,  componenti normalmente presenti e concentrandole in piccole quantità di liquido,                                                  il cui utilizzo è semplice sia in sala operatoria che in ambulatorio.  Queste dosi possono essere congelate ed utilizzate entro un anno , o utilizzate fresche al momento della preparazione.

Come agisce?

L’azione del gel piastrinico è dovuto ad una caratteristica particolare delle piastrine: esse possono essere infatti definite infatti come dei magazzini circolanti, pieni di sostanze che il corpo utilizza al momento del bisogno. Ad esempio quando si forma una ferita di un vaso che trasporta il sangue, le piastrine presenti e circolanti liberano delle sostanze che danno inizio alla formazione del coagulo che arresta l’emorragia.
Le piastrine hanno centinaia di tipi diversi di sostanze attive al loro interno, e alcune di queste sono dei Fattori di Crescita: sostanze cioè che hanno la capacità di stimolare le cellule del corpo a riprodursi e di richiamare altre cellule dal sangue e dalle zone vicine.
Il PRP dunque serve a potenziare una normale riparazione di un tessuto danneggiato.

A cosa serve?

L’uso del PRP è frequente ma non sempre è utilizzato in maniera corretta, ingenerando speranze di risultati eccellenti con una semplice applicazione. Le condizioni in cui è certo che il PRP sia efficace sono:
1) Tendinopatie croniche , in particolare dove il tessuto presenta dei danni strutturali.
Tipico esempio è la tendinite cronica del Tendine di Achille, dove le fibre tendinee sono danneggiate e si riparano con difficoltà, portando ad un indebolimento della struttura a volte fino alla rottura per un trauma modesto. Il PRP potenziando la capacità di guarigione delle lesioni riporta il tendine ad avere una resistenza normale
2) Rigenerazione tissutale
Il campo di applicazione più comune è la rigenerazione cartilaginea, in cui durante un intervento chirurgico il gel migliora di molto la capacità spontanea di guarigione in collaborazione con le cellule staminali del paziente, i veri mattoni con cui si ricostruisce la cartilagine.
Piu’ raramente si utilizza per coadiuvare la ricrescita di osso, sempre durante un intervento chirurgico.
3) Rinforzo tissutale
L’uso delle infiltrazioni intra-articolari di PRP è divenuto abbastanza frequente e ha causato confusione sulle reali possibilità di avere risultati positivi.
Il gel piastrinico utilizzato come infiltrazione, non è in grado di far ricrescere la cartilagine come spesso si tende a pensare. Una zona senza cartilagine dopo una infiltrazione di PRP diventa…una zona senza cartilagine! Due sono gli usi corretti :A) condropatie di primo o secondo grado in cui
la cartilagine è presente , funziona meno bene di quella normale ma non esistono zone con assenza di tessuto. La funzione del gel in questo caso è di stimolare le cellule presenti nella cartilagine(che quindi deve esserci…) a tornare a produrre quelle sostanze che mantengono in buona salute ed in buona efficienza il tessuto cartilagineo. Qualunque sia la causa che produce un danno, alla fine il problema è dato dalla diminuzione di produzione di queste sostanze, che sono indispensabili, e che riappaiono dopo la terapia con PRP. B) In alcuni casi il PRP puo’ essere usato in situazioni difficili ma solo per sfruttare la sua azione anti infiammatoria e anti dolorifica, senza aver alcuna speranza di ottenere degli effetti rigenerativi. In questo caso si utilizza come fosse un farmaco la cui efficacia è temporanea.

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