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Artrosi dell’Anca – Approfondimenti Tecnici

Per far vedere quanto è piccola la protesi che uso……..

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Prima di fare l’intervento bisogna misurare su una radiografia del paziente la grandezza della protesi necessaria

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Ecco il progetto tridimensionale

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Ed ecco al termine la protesi al suo posto!

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Informazioni pratiche

La prima cosa da chiedersi è se è  davvero necessaria questo tipo di chirurgia in questo momento.Rispondete a queste domande :

Avete dolore solo dopo sforzi prolungati come una corsa?

Il dolore passa dopo un riposo di 30 minuti ?

Il dolore non necessita di antidolorifici ?

Il dolore passa dopo l’assunzione di antidolorifici?

Non avete mai dolore a riposo?

La radiografia dell’anca mostra una minima alterazione?
Se avete risposto si a tutte queste domande al momento non siete dei candidati per un intervento di protesi totale d’anca.
E’ assolutamente sconsigliato un impianto se:

– Avete avuto un infarto o un ictus da meno di 9 mesi
– Diabete non controllato
– Recenti infezioni vicino all’anca
– Paralisi dei muscoli dell’anca
– Gravi deficit di circolazione arteriosa o venosa

Il trattamento

L sostituzione protesia dell’anca è’ un intervento frequentissimo , in Europa si eseguono circa 550.000 interventi ogni anno e negli Stati Uniti circa 300.000.
L’operazione consiste nella sostituzione dell’acetabolo con un coppa in materiale metallico (titanio) che si fissa all’osso del bacino a volte con l’uso di uno speciale cemento , a volta con un incastro a pressione , ed una parte in una plastica speciale ( polietilene ad alta densità) che permette lo scorrimento con la parte femorale.
La testa e il collo femorale vengono asportati e sostituiti con uno stelo in titanio con una sfera di metallo o ceramica che si articola con la parte in polietilene dell’acetabolo.
Anche lo stelo può essere fissato a pressione o con l’uso di cemento speciale

 

In generale la soddisfazione dei Pazienti dopo un intervento di PTA arriva al 95%. In particolare :
Sollievo dal dolore 95%
Scomparsa della depressione da dolore 95%
Ritorno alla capacità di camminare 85%
Ritorno alla normali attività 90%
Ritorno al lavoro 65%
Ritorno allo sport ( es ballo ) 85%

La preparazione all’intervento

Lo scopo è raggiungere il momento dell’intervento nelle migliori condizioni possibili .

Riduzione del peso
La ragione per dimagrire è ovvia : il minor peso diminuisce l’usura della protesi impiantata. Oltre a questo l’intervento sarà più agevole , con minori complicanze e la ripresa sarà più rapida.
Esercizi preparatori
Compatibilmente con il dolore è utile prima dell’intervento migliorare il tono muscolare per favorire una ripresa veloce.
Una passeggiata tutti i giorni se possibile permette una ripresa del trofismo dei muscoli.
Smettere di fumare
Oltre che per le note conseguenze dannose a numerosi organi interni il fumo aumenta la possibilità di complicanze fino a tre volte rispetto ai non fumatori .E’ necessario almeno scendere sotto le 5 sigarette al giorno.
Infezioni croniche
Se esistono focolai di infezione cronica come granulomi dentari o infezioni croniche delle vie urinarie , e’ necessario procedere alla bonifica prima dell’intervento per evitare le complicanze infettive alla protesi

Prima dell’intervento

La protesi d’anca impiantata funziona ovviamente indipendentemente dalla casa in cui il Paziente vive , ma bisogna adattare la propria abitazione alla limitata mobilità nei primi mesi dopo l’intervento.

I principi generali sono :

sistemare tutte le cose in maniera di poterle
raggiungere senza flettere l’anca per più di 90 °

– rendere la casa un posto sicuro senza rischi di caduta
Alcune considerazioni sono molto importanti:

Le scale

Già nella prima parte della rieducazione si impara a salire i gradini ma usare le scale spesso può essere molto stancante. E’ utile quindi se si abita in una casa a più piani considerare di predisporre i locali in modo da stare il più possibile allo stesso piano .
Le scale che comunque bisogna percorrere dovrebbero essere fornite di corrimano e avere gradini non sdrucciolevoli ( eventualmente aggiungere le apposite strisce adesive )
Il bagno
Il bagno deve essere sicuro , visto che per 6-7 settimane ci si muove con le stampelle : eliminare quindi ogni ostacolo quali tappeti o piccoli mobili.
E’ molto utile installare poi un rialzo sul water , un sedile nella vasca da bagno e se possibile una doccia.

La cucina

Piazzare tutti gli oggetti utili ( pentole, stoviglie,……) ad una altezza facilmente raggiungibile senza piegarsi .

Il resto della casa

Eliminare ogni tappeto.
Se avete un animale da compagnia considerate che avrete bisogno di aiuto per gestirlo. Attenzione agli animali troppo affettuosi che si infilano fra le gambe …..!
Usate un letto non troppo basso .
Usate un divano o una poltrona con cuscini non troppo morbidi.

L’intervento

L’intervento chirurgico avviene generalmente il giorno dopo il ricovero.
L’anestesia e’ di tipo epidurale che permette una completa assenza di dolore per molto ore dopo l’operazione e che presenta inoltra altri vantaggi: e’ praticamente indolore , e la percentuale di complicanze , tutte assai lievi e’ molto bassa.Durante l’intervento sarete appoggiati sul fianco sano e non potrete vedere nulla dell’intervento perché separati dai chirurghi da alcuni teli sterili . Se volete potrete sentire musica con un walk-man o con un I-Pod.
La cicatrice sarà all’esterno della coscia e sarà lunga dai 10 a i 20 cm.

Il dolore post-operatorio

Una delle principali paure prima di un intervento chirurgico è quella del dolore.

Alcune volte il paziente preferisce sopportare il male da artrosi dell’anca perché è un problema” conosciuto” piuttosto che affrontare l’intervento il cui dolore è “sconosciuto”.

Affermare che l’intervento di PTA sia completamente indolore è sicuramente esagerato ma le tecniche moderne di gestione del dolore sono assai efficaci e garantiscono minimi disagi al Paziente.

L’anestesia praticata procura una completa assenza di dolore per almeno 5 ore , mentre il momento in cui il dolore post-intervento e’ massimo è circa 30-45 minuti dopo la fine dell’operazione.
Prima del termine dell’anestesia inizia un protocollo di trattamento del dolore della durata di 3 gg , composto da alcuni farmaci assai efficaci , per via endovenosa , che permettono un ottimo controllo del dolore.
Numerosi Pazienti riferiscono una completa assenza di dolore durante tutto il periodo di ricovero ospedaliero !

I primi giorni

Il giorno dopo l’intervento viene fatta la prima medicazione e inizia il primo periodo di convivenza con la PTA.

Di solito il primo giorno prevede un completo riposo a letto , mentre già dalla seconda giornata iniziano i primi movimenti , a volte anche fuori dal letto
Alcune cose sono molto importanti nelle prime ore:
Per permettere una buona guarigione e’ indispensabile tenere in mezzo alle gambe un cuscino se in posizione laterale
Oltre il protocollo per la terapia del dolore verrà data una terapia a base di derivati dell’eparina per prevenire le flebiti

 Le complicanze

Ecco un capitolo che nessuno vorrebbe leggere o scrivere.
Come tutti gli interventi chirurgici , anche la PTA ha alcune complicanze che devono essere ben conosciute per poterle prevenire il più possibile.
Complicanze precoci

1)La lussazione della protesi ( 0,25% )

E’ una complicanza dolorosa caratterizzata dall’uscita della testina della protesi dall’acetabolo.La causa della maggior parte delle lussazioni è il contatto del collo della protesi con l’acetabolo, per una flessione dell’anca superiore a 90 ° ,che spinge la testina contro la parte debole della capsula ancora non ben cicatrizzata.

La lussazione non solo è assai dolorosa ma richiede una anestesia per essere ridotta e puo’ lesionare i componenti protesici.

2)L’infezione (0,1%)

L’infezione e’ una delle complicanze più temibili ed è definita precoce se appare entro un mese dall’intervento. La percentuale di guarigione e’ del 95% . I sintomi sono assai evidenti e sono costituiti da dolore locale spiccato con arrossamento della cute e febbre alta. Il trattamento e’ un immediato lavaggio della protesi e della ferita chirurgica e una corretta terapia antibiotica.

NON sono segni di infezione :

arrossamento della ferita senza dolore o edema
una colorazione bluastra vicino alla ferita
una minima secrezione sierosa dalla ferita
3) La tromboflebite ( 1% )

La formazione di un coagulo dentro una vena può essere facilitato da un intervento di PTA . L’uso regolare di un prodotto a base di eparina limita notevolmente questo problema.
Per fortuna assai più rara e’ l’embolia polmonare , situazione grave in cui una parte del coagulo si stacca e finisce nei polmoni con importanti conseguenze respiratorie .
Complicanze tardive

1)L’infezione (0,2 %)

L’infezione che compare almeno dopo un mese dall’operazione ha segni molto meno evidenti , spesso solo un saltuario dolore all’anca , che diventa più forte nel tempo e compare anche di notte .Comparendo i sintomi più tardivamente rispetto alle infezioni precoci il tessuto infiammatorio sostituisce parte del tessuto osseo che ancora la protesi che diventa instabile. La percentuale di guarigione scende al 71%. Il trattamento e’ un doppio intervento , prima di rimozione della PTA e sostituzione con una protesi composta di cemento ricco di antibiotici , poi dopo sei mesi dal riposizionamento di una nuova protesi.

2) Lo scollamento ( 0,5 % )

Si ha una mancata adeguata fissazione della protesi all’osso che prima era presente. Le cause non sono ben note . Dopo qualche anno si forma tra l’osso e la protesi un tessuto infiammatorio che rende la protesi mobile.
l sintomo è principalmente il dolore che aumenta nel tempo e aumenta sotto sforzo.
La terapia è la sostituzione della PTA con una protesi speciale da revisione.

Una falsa complicanza
La differenza di lunghezza degli arti inferiori dopo l’intervento è una evenienza abbastanza frequente , e generalmente arriva a 1 cm , misura assai ben tollerata con l’obliquità automatica del bacino e che passa inavvertita dal paziente.Assai più frequente è la sensazione di avere la gamba operata più lunga.La causa e’ una contrattura dei muscoli abduttori dal lato operato che causa una obliquità del bacino compensata da una curvatura del rachide.